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LANZAROTE. L'isola del fuoco

 

“Il piacere profondo, ineffabile, che è camminare in questi campi deserti e spazzati dal vento, risalire un pendio difficile e guardare dall'alto il paesaggio nero, scorticato… l'erba secca, rasente al suolo…le nuvole sfiorano per un attimo le cime dei monti e si allontanano verso il mare, e lo spirito entra in una specie di trance, cresce, si dilata, manca poco che scoppi di felicità…” (J. Saramago)

 

Paesaggi unici, spiagge di sabbia bianca, nera e dorata, mare cristallino, scogliere di roccia lavica, pittoreschi paesini e temperature sempre miti, questa è Lanzarote!

Ciò che resta negli occhi sono i colori: il marrone scuro della terra bruciata dal sole, il nero della roccia lavica, il bianco della spuma dell’oceano e delle case, il blu del mare e del cielo, il verde dei cactus e delle viti.

La chiamano Isla del Fuego per la sua superficie ricoperta quasi per intero da lava solidificata, questa particolarità le conferisce un aspetto davvero singolare, misterioso e suggestivo al tempo stesso. Terre che cambiano colore a seconda della luce del sole, una tavolozza di nero, rosso, viola, arancio, ocra. Lanzarote è il regno del silenzio, qui si respira pace e tranquillità , un ritorno alle origini, un’immersione nella natura più selvaggia.

A dorso di cammello ci si può inoltrare nel Parco nazionale di Timanfaya, uno degli spettacoli più suggestivi delle Canarie, la quasi totale assenza di vegetazione, la rugosità delle forme, la varietà dei colori, rendono questo paesaggio davvero unico. Caldere ancora attive, crateri fumanti e formazioni rocciose bizzarre, l’atmosfera è surreale, quasi da girone dell’inferno.

E’ d’obbligo una tappa a El Golfo, un cratere a livello del mare con un lago verde spettacolare, una vera e propria opera d’arte la cui unica autrice è la natura.

Battuta dagli alisei e lambita dalla corrente del golfo, gode di un clima mite tutto l’anno. Nonostante le difficoltà legate alla conformazione del territorio e al clima, gli abitanti hanno imparato a convivere con questo terreno arido, lavorando la terra e adattando le colture all’ambiante. Le tipiche vigne de La Geria, rinchiuse nei coni vulcanici, piantate nella terra nera, in piccoli avvallamenti riparati dal vento con muretti semicircolari di pietre vulcaniche rendono il paesaggio unico, una sorta di distesa di piccoli occhi verdi, in contrasto con il terreno nero, l’impatto visivo è fortissimo.

Lanzarote è anche acqua, onde che si infrangono sulla scogliera nera, o che dolcemente si posano sulle spiagge bianche di Papagayo o dorate come la Graciosa. E’ un’isola che racchiude perfettamente tutti e quattro gli elementi: acqua, fuoco, terra e aria, un’isola sorprendente.

Cesar Manrique, artista che ha reso Lanzarote un museo a cielo aperto, ha saputo valorizzare questa terra al meglio. Ha lasciato tracce del suo operato in tutta l’isola: Jameos del Agua, Mirador del Rio, il Giardino dei Cactus e la numerose sculture che costellano l’isola sono il simbolo inconfondibile della passione di questo artista per Lanzarote e l’esempio più evidente dell’armonia tra arte e natura.

Ritornate alle origini, visitate l’isola del fuoco.

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